I luoghi >> Il casino della baronessa


Nella foresta paludosa che sovrasta il lago e la piana della Lacina, a 1042m slm, si ergono i ruderi dell'antico "Casino della Baronessa Scoppa", Maria Enrichetta Scoppa, nobildonna di Sant'Andrea, morta nel 1912.

La realizzazione del castello si presume sia avvenuta nell’ottocento, anche se potrebbe risultare verosimile che sia stato edificato su di una costruzione preesistente. Alcune fonti fanno risalire al '500 il nucleo originario da cui poi si è originato il maniero.

Il Casino era costruito su pianta quadrangolare, con l’entrata rivolta a sud ovest, in direzione della vallata che porta ai piani della Lacina, dove oggi sorge l’omonimo lago artificiale. Il Castello è costruito con pietra granitica e malta.

La costruzione era suddivisa su due livelli e dotata di 4 torri angolari. Le torri erano più alte del perimetro murario solamente di qualche decimetro. Al livello superiore vi erano i locali utilizzati dalla Baronessa, e dai suoi ospiti. I piani inferiori servivano, invece, come alloggio della servitù e presidio della guarnigione, oltre che come deposito alimentare e stalla. Probabilmente avevano accesso separato e vi era una scala esterna per giungere direttamente ai locali della Baronessa. Sul livello superiore vi erano tre finestre ad arco a tutto sesto, monòfore, per lato, esclusa la facciata fornita di accesso tramite scala esterna in cui vi erano due finestre ed il portale. Le finestre del piano inferiore e delle torri erano invece ad arco a sesto ribassato.

Spesso il Casino viene erroneamente denominato “castello”, ma sarebbe più corretto utilizzare il termine maniero, o appunto casino; sia per la piccole dimensioni della costruzione, che per la carenza e la limitatezza degli elementi architettonici difensivi. Difatti sia le mura che le torri non risultano scarpate, non sono presenti feritoie ed è assente la merlatura. Difatti, la storia e le informazioni attendibili che giungono sino a noi descrivono il maniero come dimora nobiliare estiva, ad esclusivo utilizzo residenziale ed escludono qualsivoglia funzione militare della costruzione. Piuttosto il casino era plausibilmente il centro logistico delle attività agricole che sorgevano nella zona. I territori circostanti, anch’essi di proprietà della Baronessa, erano infatti coltivati a grano.

L’aspetto del territorio per quanto possa sembrare statico, soprattutto in luoghi così periferici, subisce invece cambiamenti molto repentini. Pensare oggi un paesaggio senza lago e scarsamente alberato risulta molto difficile. Ma la mutabilità dello spazio nel tempo è un elemento imprescindibile per la comprensione e l’interpretazione della storia.

Sulla storia del casino e della sua proprietaria si è costruita una vera e propria mitologia popolare, e come accade spesso in ambito di credenze e leggende popolari, elementi di natura carnale e lussuriosa vengono associati a personaggi di indiscussa integrità morale e spirituale.

Oggi rimangono in piedi solamente le quattro torri angolari e parte del perimetro murario esterno.

L’abbandono e l’incuria hanno trasformato questo sito d'indiscussa importanza storica, ma non sono riusciti ad alterare il fascino di questi luoghi, che risultano invece arricchiti dal mistero che aleggia su questa sperduta zona delle serre calabresi.
 
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